Restare insieme o lasciarsi? Se la coppia arriva ad un bivio

Spesso si immagina la coppia come una dimensione ideale, dove non dovrebbero esserci difficoltà di relazione.  L’esperienza suggerisce invece che le crisi sono frequenti e che  sono parte del rapporto di coppia.  Può capitare infatti che subentrino incomunicabilità, distanza, insofferenza, litigi ed incomprensioni.  Se però queste difficoltà sono durature nel tempo e pervasive e la sensazione di vitalità del rapporto sembra venire meno,  ci si può trovare di fronte ad una crisi più consistente, in cui i partner potrebbero chiedersi  se restare insieme o lasciarsi.

Per capire meglio cosa accade in queste situazioni è importante soffermarci su come si evolve un rapporto di coppia. Questo si sviluppa attraverso vari cambiamenti, in una continua rottura e ricerca di un nuovi equilibri. Si diventa una coppia per realizzare insieme un proprio progetto di vita,  mettendo in comune le rispettive risorse, ma anche le proprie zone d’ombra, le paure e le insicurezze. Ci si incontra anche nelle reciproche somiglianze e allo stesso tempo attraverso una complementarità di modi di essere e di ruoli che si assumono nella relazione, ma questo processo non è mai statico poiché la vita non è un tragitto lineare e prevedibile. Infatti da una parte si rimane sempre se stessi, ma allo stesso tempo si cambia, in una continua rinegoziazione dei reciproci ruoli, potenzialità e fragilità. Una coppia appena formatasi ad esempio, potrebbe essere molto diversa da una che decide di sposarsi o di avere un figlio. Possiamo quindi affermare che la crisi è un passaggio inevitabile, da attraversare insieme e di fronte al quale mobilitare le proprie risorse. Questi cambiamenti non sono facili ma i partner spesso riescono a superarli.

A volte invece si può avere la sensazione che non sia possibile affrontare i problemi con l’altro, che il partner sia totalmente cambiato o abbia un carattere incompatibile col proprio, che si sia creata una insanabile distanza o una incomunicabilità. In questi casi la persona può sperimentare un profondo malessere, tanto da sentire  che l’unica strada sia lasciarsi.  Quando si crea questa situazione di stallo, la crisi sembra come un fiume impossibile da attraversare, di fronte al quale ci si sente senza barca né remi. I due partner potrebbero reagire a questi momenti arroccandosi in modo rigido sulle proprie modalità relazionali abituali, rivendicando le proprie ragioni e chiudendosi al confronto. Questo rende difficile modulare i propri modi di essere in relazione al partner, aiutarsi nelle reciproche insicurezze e fragilità e attingere alle proprie risorse. Spesso questo arroccarsi in realtà esprime la difficoltà a confrontarsi con la diversità dell’altro rispetto a se stessi, emergono i limiti e le mancanze e si fa i conti col fatto che il partner non è come lo si immaginava.

Spesso si conosce l’altro alla luce della propria soggettività, dei propri desideri e delle proprie paure, dunque possono emergere aspetti che prima non si riusciva a vedere o che l’altro ancora non mostrava. Possono manifestarsi modi di essere fastidiosi o disturbanti, che creano disagio e sofferenza e che non si capiscono. Questi atteggiamenti che sembrano così distanti dalle proprie attitudini ed inclinazioni, possono in realtà rappresentare anche aspetti di se stessi difficili da riconoscere.

Comprendere ed elaborare ciò che sta succedendo in questi momenti non è facile e non sempre ci si riesce. A volte la coppia supera questi difficili periodi, altre volte invece sceglie di separarsi. In ogni caso la crisi anche quando sembra insuperabile, può essere importante anche per riflettere sul come si vive la diversità nella relazione e per comprendere meglio alcuni aspetti di sé. In fondo ognuno è un caleidoscopio, ricco di immagini contrastanti e di colori diversi, che non sempre lo sguardo riesce a contemplare.

Dott.ssa Anna Consuelo Cerichelli

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